Saggi Storici sui Tarocchi di Andrea Vitali

Saggi dei Soci e Saggi Ospiti

Matto come persona falsa e di poco conto

Da vocabolari e pagine letterarie

 

Andrea Vitali, gennaio 2019

 

"E vissi a Roma sotto ‘l buon Augusto, / Al tempo degli Iddei falsi e bugiardi”

                           

Dante, Inferno, Canto Primo

 

 

 

Con quanto di seguito descritto ci proponiamo di chiarire gli apparenti diversi significati che identificano la parola ‘Taroco’ come persona falsa, da niente, di poco conto, e lo faremo attraverso il ricorso sia all’autorità dei vocabolari della lingua italiana che dei volgari regionali.

 

Sul significato di tarocco come matto, folle, sciocco nella sua accezione di cretino, idiota, abbiamo scritto in diversi nostri saggi 1. Ciò che ci preme è evidenziare nel particolare l’identità di significato di “falso, da niente, da nulla e di poco conto’ con il termine matto e quindi con la parola tarocco.

 

Falso deriva dal latino falsus dal significato di “non vero, corrotto, contraffatto” 2. Per il rapporto falso = matto abbiamo più volte scritto che nella tradizione italiana abbiamo, per esempio, l’espressione oro matto per definire l’oro falso 3. Ma come abbiamo oro matto così nella lingua italiana esistono altri lemmi esprimenti il significato di falso come matto, ad esempio la casamatta, derivante secondo il Vocabolario Treccani 4 “da casa matta, ovvero falsa casa (sec. XVI)” cioè “un edificio che ha l’apparenza di casa, ed è invece ben altra cosa”. Lo stessa vale per la Garzanti Linguistica che riporta: “Etimologia: da ‘casa matta’ nel significato di ‘casa falsa’ 5,

 

Le attribuzioni di ‘non vero, corrotto, contraffatto’ ben si adattano ai significati di oro matto e casamatta in quanto entrambi non sono veri, ma corrotti rispetto al valore originale, in pratica contraffatti. Nel Vocabolario Domestico Napoletano e Toscano abbiamo Falzo e Fauzo = Falso = Non vero, contraffatto 6.

 

Nel dizionario bergamasco il termine Mat è così descritto nel suo significato: “Carta che entra nel giuoco del tarocco e del cucco. Vale anche ‘Falso’ ma anche ‘Stravagante, bizzarro, balzano, pazzo, strano” e altro ancora 7.

 

Con trasposizione alla figura del matto o folle, questo possiede tutte le attribuzioni sopra elencate nel senso che si tratta di un uomo non vero, corrotto, contraffatto rispetto alla natura dell’uomo capace di intendere e ragionare, in quanto tarato nel cervello, corrotto in quello, dalla ragione contraffatta che lo porta ad essere inattendibile, alterato, inconsistente, come esplicitano i vocabolari italiani.

 

Nel dialetto bolognese abbiamo farlocco a significare falso, bugiardo, ingenuo, fasullo e per estensione oggetto falso, taroccato, di poco valore 8. Occorre fra l’altro ricordare che in Piemonte la forma ferloch possedeva il significato di “chiacchierone, ciarlone... che favella molto e senza fondamento” come ovviamente parlano i matti 9. Da qui le espressioni “di poco conto” e da niente” attribuiti a questa categoria di persone, in pratica di nessun valore, come era l’oro matto, ma anche l’argento e ogni altro lemmo unito all’attributo di matto, oltre alla casamatta, intesa quest’ultima, come abitazione.

 

Ma nella categoria dei matti vanno ancora incluse quelle persone che seppur savie non vengono considerate all’altezza di capire più in là dei propri interessi. Ne abbiamo un esempio, fra tutti, in Dante laddove nella Divina Commedia scrive:

 

Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.          60

E quel che più ti graverà le spalle,
sarà la compagnia malvagia e scempia
con la qual tu cadrai in questa valle;            63

che tutta ingrata, tutta matta ed empia
si farà contr’ a te; ma, poco appresso,
ella, non tu, n’avrà rossa la tempia. 10        66

 

Qui, per gente ‘matta’, non si deve intendere persone incapaci fisiologicamente di ragionare, ma al contrario persone di una certa intelligenza, non tuttavia in grado di comprendere l’alto valore delle cose e delle persone, limitati in un ragionamento finalizzato al solo interesse personale. Si trattava di persone dall’animo ‘malvagio, scempio ed empio’, adirati con Dante perché pensavano che il poeta le avesse traditi 11.

 

Venendo ad approfondire il senso del termine empio, uno dei suoi significati è di persona contraria alla religione o alla morale, matti per la chiesa del tempo. Non si deve infatti dimenticare l’insegnamento religioso del tempo che considerava matti tutti coloro che conducevano una vita all’insegna della negazione delle virtù 12.

 

“INNAMORATO. Chi non fa conto delle ricchezze spirituali è un gran pazzo. Chi non si cura delle gioie [donate dal Cristo] è un gran stolto. Chi non fa conto dell’oro, e delle gemme, è un gran matto. O pazzi, ò stolti, ò matti dunque più di tutti matti; stolti, e pazzi, poi che non fate conto delle vere ricchezze, gioie, gemme, & oro così pregiato e così fino.

AMORE. Tù vedi, figliuolo, quanto è matto questo mondo. Quanto sono sciocchi gli uomini mondani” 13.

 

Al riguardo risulta illuminante una favola di Esopo che riprendiamo da una traduzione italiana del 1479, dove una pietra preziosa viene trovata da un gallo mentre raspava in un letamaio. Pietra che il gallo non gradì, poiché si aspettava qualcosa che soddisfacesse la sua fame, comunque convinto che se quella pietra fosse stata trovata da qualche uomo intelligente essa gli sarebbe servita per vivere agiatamente la sua esistenza.  L’autore conclude scrivendo che, come il gallo aveva disprezzato una tal semenza, così anche l’ignorante l’avrebbe rifiutata incapace di comprendere la fortuna che gli era capitata dato che essa avrebbe allontanato la sua povertà. Come il gallo, avrebbe rifiutata la pietra anche il matto, ovvero l’ignorante, che spregiava la scienza. In questo caso, la pietra preziosa, oltre a essere un bene materiale, si pone anche come un bene spirituale che il matto rifiuta. Infatti, il sonetto non può che far ricordare la parabola di un tesoro nascosto in un campo (Matteo, 13,44) “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo” commentata da San Bernardo paragonando il campo al corpo dell’uomo nel quale si trova il regno dei cieli. Un regno donato da Dio, rifiutato dal matto. Al primo sonetto segue un secondo che descrive il senso morale del primo da noi sopra riassunto.

 

Sonetto Materiale

 

Dice il maestro chel gallo raspando

     Dentro al letame per trouvar del grano

     Maravigliosse che gli venne a mano

     Una preciosa pietra & el parlando

Disse o preciosa cosa in quanto bando

     Sei posta e scosa in loco si villano.

     Sel te havesse uno artefice soprano

     Traria da te sua vita lieto stando.

Per me non fai: & io di te non curo

     Amarei piu di te cosa men richa

     Che de la fame mi fesse securo:

E cosi sempre lo ignorante pica

     Contrario di fortuna dove il curo

     De laspra poverta che ogni hor limpicha:

Si come il gallo sprezza tal semenza

Così disprezza il mato la scienza.

 

Sonetto Morale

 

Mostrovi el gallo qui raspar letame.

     E questo e l’huomo che in mortal peccato:

     Che quando dal bon huom si consigliato

     Dice che gli ama piu cercar tal trame.

Cioe de peccati il doloroso strame.

     E cosi contro dio sta sfigurato.

     Ai doloroso tristo e sciagurato

    Che non gli valera poi dir ho fame 14.

...

 

Matti sono ancora, nella tradizione linguistica italiana secondo il concetto dell’incapacità di ragionare, le persone che vengono gabbate, turlupinate, facili prede di infide persone ragionevoli: “tu dirai, io havea data tal buono consiglio al tale, il quale se ne ha fatto beffe, & mi truffa, & beffa dietro, come s’io fussi matto” 15. Di qui il significato di gonzo, sprovveduto, persona che è facile da truffare o derubare.

 

Una frase tratta da un testo di moralità del Settecento che confronta l’atteggiamento di un Principe con quello di un qualunque signore, mette sullo stesso piano il significato di matto con poco cervello e di alcun valore: “Gran differenza è tra la vita del Principe grande e d’un Signore ordinario: perche il primo stando ritirato nel suo Palazzo, crede il popolo, che sia occupato nell’amministrazione del Regno, e cresce con ciò il rispetto in lui, quantunque stia ozioso e viva male. Ma il Signor ordinario, che sta ritirato, è tenuto per matto, o almen di poco cervello, e di niun valore: ec.” 16.

 

Persone di poco conto, matte o ritenute tali, che la nostra letteratura ha identificato in altri passi come ‘Re / Regine da Tarocchi’. Mentre per quanto riguarda l’espressione ‘Re da Tarocchi’ si rimanda al nostro saggio omonimo 17, di seguito un passo di un romanzo ottocentesco riguardante la Regina Isabella II di Spagna:

 

A MADRID

 

Isabella inginocchiata nel suo Oratorio, mezzo addormentata, medita sospirando.

 

“Don Carlos!... Don Miquel ... Oh! chi è morto è morto.... Ma don Juan è vivo? Madonna Santa! Eran due, ed or son tre.... No, che non è così: eravamo in tre, io qui a Madrid, Robertino a Parma e il mio povero Cecchino a Napoli, ed ora non ci son che io. Ma questa è una tragedia francese! Ed io non sono più buona a nulla pe' miei parenti borboneschi! Oh rabbia, son proprio una regina da Tarocco io!” 18.

 

Quanto abbiamo scritto sarà probabilmente difficile da comprendere da parte di persone non di lingua italiana; occorrerebbe che questi avessero studiato filologia italiana per capire ogni sfumatura della nostra lingua. Certamente una persona di lingua anglosassone, francese o tedesca faticherà a identificare il termine ‘falso’ o l’espressione ‘di poco conto’ con una parola che significa anche “pazzo” o "insano". Lo stesso vale per la nostra parola tarocco, con senso di insano, frenetico, irrazionalmente arrabbiato, sciocco, stolto, fesso, falso, di poco conto, da niente, di nessun valore - tutto espresso dall'unica parola 'matto' 19.

 

A tale riguardo riportiamo il significato dei termini tarocc e tarlamm così come enunciato da vocabolari di lingue volgari italiane:

 

Vocabolario Piacentino Italiano 20:

 

Tarocc = Mincion = babbeo, babbione, ignocco (ovvero sciocco, buono a nulla,

scimunito)

Mincion cmè la lüina = non torrebbe ad accozzar tre palle in un bacino = Dicesi di chi per dappocaggine non sa fare le cose più facili.

 

Vocabolario Milanese Italiano 21:

 

Tarlamm equivale a Tarocco = scioccone

 

Note

 

1. Si vedano Tarocco sta per Matto con i rimandi ai singoli saggi di interesse.

2. Voce Falso, in Giuseppe Manuzzi Vocabolario della Lingua Italiana già compilato dagli Accademici della Crusca”, Tomo Primo, Parte Seconda, In Firenze, Appresso David Passigli e Soci, MDCCCXXXVI [1836], p. 1250.

Voce Falso, in “Frasologia Italiana, Ridotta in Dizionario Grammaticale e delle Italiane Eleganze, Rifatta da capo…, colla giunta di molte lezioni le quali dopo sapute le regole della grammatica e conosciuto il valore delle parole insegnino agli studiosi di entrar nello spirito della lingua affine di usarla sia ne’ suoi sensi naturali sia ne’ suoi traslati con proprietà di voci e con buon gusto ed eleganza, Per Opera di Antonio Lissoni”, Seconda Edizione, Milano, dalla Tipografia Pogliani, MDCCCXXXVI [1836], p. 406.

3. Si veda Il significato della parola Tarocco.

4. Voce Casamatta, Treccani.it, Vocabolario online.

5. Voce Casamatta, Garzanti Linguistica, online.

6. Basilio Puoti, Vocabolario Domestico Napoletano e Toscano, Napoli, Libreria e Tipografia Simoniana, 1841, p. 156.

7. Antonio Tiraboschi, Vocabolario dei dialetti bergamaschi antichi e moderni, Bergamo, Tipografia Editrice Fratelli Bolis, 1873, p. 782.

8. Voce Farlocco, in “Tutte le parole che un non bolognese deve conoscere con la lettera ‘F’”, Prima Parte, Bologna Blog University, online / Voce Farlocco,  V [Virgilio]: Sapere, Dal Vocabolario Italiano, online. 

9. Ibidem, V: Sapere, cit.

10. Paradiso, Canto XVII

11. Questi versi, nel Paradiso di Marte, parlano dei guelfi bianchi, con i quali Dante aveva partecipato a due assalti contro i guelfi neri che avevano conquistato Firenze. Dante li aveva avvertiti di aspettare fino alla primavera del 1504 per un terzo attacco. Lo fecero, ma il poeta si separò dalla compagnia. I suoi ex amici attaccarono Firenze nell'estate del 1305 ma furono sconfitti. Apparentemente accusarono Dante sostenendo di essere in combutta con i neri.

12. Si veda Il Matto (Il Folle).

13. L’Innamorato di Giesu. Operetta Devota, et Amorosa... Composto dal molto Rev. P. F. Bartolomeo da Saluthio, Minore Osservante Reformato, In Roma, Appresso Bartolomeo Zannetti, 1614, pp. 114-115.

14. Aesopi fabulae, versione italiana di Accio Zucco, Verona,  Johannes und Albertus Alvisius, 1479, s.n.p.

15. Opera Utilissima, della Cognitione, et Vittoria di Se Stesso, Libro... Composto per il Reverendo P.F. Battista da Crema: dell’ordine de predicatori [Il nome dell'autore  si trova nell’Incipit del Proemio], Stampata in Venetia per Bartholomeo detto l'Imperadore & Francesco suo genero, 1548, Libro Quinto: Della Cognitione et Vittoria dell’Ira, p. 98.   

16. La Filosofia Morale Esposta, e Proposta ai Giovani da Lodovico Antonio Muratori...Cogli avvertimenti morali di Monsignor Cesare Speziano Vescovo di Cremona, Edizione Novissima Ricorretta ed Espurgata, In Venezia, Nella Stamperia Remondini, MDCCLIV [1754], p. 502.

17. Si veda Un Re da Tarochi - 1584.

18. La Cicala Politica. Giornale Umoristico con Caricature, Anno II°, Num.10, Milano, Domenica 3 febbrajo 1861.

19. Si vedano i molteplici etimi inerenti alla pazzia in Il significato della parola Tarocco. 

20. Lorenzo Foresti, Vocabolario Piacentino-Italiano, Piacenza, Fratelli Del Majno Tipografi, 1836, pp. 183 -184.

21. Giuseppe Banfi, Vocabolario Milanese - Italiano ad uso della Gioventù, Milano, presso la Libreria di Educazione di Andrea Ubicini, 1857, p. 736.

 

Copyright Andrea Vitali © Tutti i diritti riservati 2019